Gianni Alemanno resta in carcere, il tribunale rigetta la richiesta dell’ex sindaco
Gianni Alemanno resta in carcere. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza. I giudici hanno infatti respinto la richiesta presentata dagli avvocati dell'ex sindaco di Roma. Alemanno è stato arrestato la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali.
Stando a quanto si apprende, avrebbe dovuto svolgere attività presso la struttura ‘Solidarietà e Speranza' gestita da Suor Paola D’Auria, dove aveva il compito di insegnare l’italiano a bambini e mamme straniere. E invece i magistrati lo accusano di una "gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte". Secondo le ricostruzioni dei pm, avrebbe presentato documentazioni false per giustificare impegni lavorativi ed evitare, così, l'impiego ai servizi sociali.
Davanti ai giudici Alemanno si è giustificando dicendo di aver sbagliato, ma di averlo fatto "perché amo la politica". Il legale del leader del movimento Indipendenza!, l'avvocato penalista Placanica, aveva chiesto i domiciliari per il suo assistito, sottolineando che quanto avvenuto era dovuto allo svolgimento della sua attività politica e che comunque nessuna delle ‘trasgressioni' era finalizzata a commettere reati.
Evidentemente i giudici del tribunale di Sorveglianza non hanno ritenuto sufficienti le giustificazioni di Alemanno e hanno confermato per lui il carcere. L'ex primo cittadino della Capitale deve scontare una condanna a un anno e dieci mesi per l'accusa di traffico di influenze illecite. Con la buona condotta, potrebbe uscire in anticipo rispetto a quanto previsto dalla condanna. Alemanno si trova attualmente nel carcere romano di Rebibbia.